Caro Salvatore, proteggeremo via D’amelio

24 04 2009

di Gaetano Montalbano

Il 19 luglio non ci saranno passerelle in Via D’Amelio. Proteggeremo quel luogo con i nostri corpi. Impediremo che si consumi il solito rituale di profanazione. Questa volta non permetteremo che lupi incravattati con una finta lacrima si prendano gioco dei nostri morti. Troppe amnesie. Indagini troncate. Dove andava quel carabiniere con la borsa di Paolo? Troppi colletti bianchi sono inzuppati di sangue. A chi è stata consegnata l’agenda rossa? Le corone di fiori comprate per l’eroe Mangano non entreranno in quella via. Chi c’era all’interno del Castello Utveggio? Saremo accanto a Salvatore. Con una agenda rossa in mano. Sovrastati da quel castello. Quel giorno nascerà una nuova Resistenza. Fino alla verità. Fin quando non ci diranno chi sono i veri mandanti della strage di stato.

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Quel 19 luglio era il giorno del mio compleanno.

3 04 2009

ametranoGabriele Ametrano

Quel 19 luglio era il giorno del mio compleanno. Il mio quattordicesimo compleanno. Attorno a quel tavolo in cucina eravamo solo mia madre ed io, in un pomeriggio caldo. Eravamo soli perchè mio padre e mio fratello erano in Sicilia. Dopo i fatti di Capaci erano stati mandati a rafforzare i pattugliamenti nelle strade del palermitano. Erano poliziotti, come ancora oggi lo sono. La notizia arrivò immediata, dallo schermo fermo sul mobile. Le immagini, le parole e le lacrime che scesero silenziose sul viso di mia madre furono solo il primo pugno allo stomaco che ricevetti. Il secondo venne dalla paura e il terzo dalla rabbia. Rimasi fermo a guardare, cercando il viso dei miei cari, quello di qualche sopravvissuto. Cercai anche una motivazione in mezzo a quelle macerie, una giustificazione che potesse spiegarmi il senso di vuoto che improvvisamente sentivo dentro. Mio padre tornò dopo dieci giorni; mio fratello dopo un mese. Cercai anche nei loro occhi una motivazione a quello che era accaduto ma anche lì trovai solo macerie. Da quel giorno, ogni 19 luglio, continuo a festeggiare un anno nuovo. E il pensiero vola a quelle immagini. Da quell’asfalto divelto e su quelle lamiere tagliate ho costruito i miei trenta anni. Ho capito che il vuoto doveva essere riempito di nuovo, sempre e con coraggio. Perchè la giustizia e la legalità non possono essere distrutti col tritolo.